Esiste davvero la “dominanza”? Il problema non è se esista o no, ma cosa sia.
E in genere le risposte sono sempre poco chiare o fantasiose.
I vocabolari e la letteratura cinofila dicono:
“Dominanza: sostantivo femminile derivato di dominare: l’essere dominante. La postura dominante è quella assunta da un cane che vuole comunicare la sua superiorità gerarchica. Questo vuol dire che si sente sicuro di sé e lo dimostra con il suo corpo.”
SI parla perciò di “postura dominante” e non di “cani dominanti”, che possiederebbero come affermano esimi esperti del web, uno stato caratteriale, mentale ed espressivo di dominanza, invariabile in qualunque situazione siano posti.
Un cane che esibisse questo comportamento di continuo, suggerirebbe di rivolgersi non a un istruttore, ma a un medico veterinario comportamentalista, perché se fosse ridotto in uno stato cognitivo simile avrebbe bisogno di farmaci, non di training.
Il linguaggio di specie dei cani include l’aggressività, con tutti quegli atteggiamenti che a noi umani piacciono così poco. Un ringhio è un avviso: “smetti di fare quello che stai facendo”. È dialogo, è confronto nella loro lingua, sono predatori. Non è ancora scontro.
Un cane competente usa la comunicazione aggressiva solo quando è necessaria ed è quasi sempre ritualizzata: i cani equilibrati difficilmente arrivano alla rissa, a far del male o a uccidere.
Un cane equilibrato è un cane sicuro, non un bullo feroce.
- Un cane sicuro non ha bisogno di andare a importunare di continuo tutti i suoi simili aggredendoli, montandoli, ribaltandoli, mordendoli, per dir loro che il capobranco è lui.
- Un cane sicuro rivela agli altri cani immediatamente la sua sicurezza, è calmo, competente, ha leadership. E non cerca lo scontro con nessuno.
- Un cane sicuro non marca come un pazzo su tutte le cose verticali che trova, incluse le gambe degli umani.
- Un cane sicuro è un cane equilibrato. Se si incontra con un altro cane, lascia che siano i suoi feromoni e come si muove a parlare, non i denti. Se l’altro non ha problemi particolari, capisce. Se non capisce è perché è un adolescente ormonale o un cane impulsivo, e il cane sicuro lo ribalta. Non per dominanza, piuttosto perché l’altro non ha rispetto per lui. E se l’altro è anche lui un cane sicuro, si guardano bene entrambi di fare i cretini.
- Un cane sicuro lo deve al suo processo di attaccamento con una madre esperta, lo deve all’età, all’esperienza, al suo vissuto, alla relazione che ha con il suo referente, non a certi tipi di addestramento per “farlo diventare un cane dominante”.
- Un cane sicuro trasmette AUTOREVOLEZZA, non autorità.
- Un cane sicuro può anche giocare con cani insicuri, ed è capace di dar loro agio e di non farli sentire in difficoltà, di scambiare il suo ruolo, di chiedere il permesso e anche scusa se c’è un fraintendimento. La prima regola del gioco sano è che quando si gioca si è pari. Non si domina nessuno.
Ma allora cos’è questa dominanza?
Ci sono quelli che vi dicono che la dominanza è un comportamento ereditato dai lupi che serve a stabilire chi è il “capobranco”.
Sono sciocchezze senza alcun costrutto etologico: i comportamenti di specie sono coerenti alla struttura sociale e funzionali alla sopravvivenza. Lupi e cani derivano da un antenato comune, ma hanno strutture e comportamenti sociali differenti.
I branchi di lupi sono famiglie, in cui i soggetti detti “dominanti” o alfa, sono semplicemente i genitori, Sì, i genitori, loro. Non siate delusi se non ci sono licantropi in questa storia. Il resto del branco è formato dai figli di prima e seconda generazione. Quando nel branco sono in troppi, alcuni giovani di prima generazione vanno “in dispersione” e si trovano un compagno per formare un nuovo branco. Le attività principali dei lupi sono la caccia e la difesa del territorio, cose per le quali serve la massima collaborazione, non fare a chi ce l’ha più lungo tutto il tempo: servono capacità, competenza, ruolo, regole. E a chi non le rispetta viene detto, nel loro linguaggio. Non servono individui dominanti tutto il tempo.
I branchi di cani (liberi o randagi) sono invece nuclei misti, possono contenere famiglie e soggetti esterni, purché ognuno ricopra un ruolo indispensabile alla sopravvivenza del gruppo: sentinelle, bracci armati, tate, cercatori di risorse. Figure utili, che collaborano. I cani difficilmente cacciano, piuttosto vanno in giro a cercare acqua e cibo buttato via da noi pronto da mangiare, difendono il loro territorio. E il leader, il cosiddetto capobranco, non è quello più cattivo: è quello più anziano, più esperto, più intelligente, quello più autorevole, non il più autoritario. Le discussioni nel branco ci sono, ma hanno motivi precisi. Un cane che mordesse di continuo gli altri nel branco e non rispettasse le regole verrebbe subito allontanato dagli altri, e anche in malo modo. Non incoronato capobranco. E anche qui nessun cane dominante 24/7.
I cani di famiglia poi, i pet, non devono nemmeno cercarsele le risorse. Gliele forniamo noi, nella ciotola, a orari svizzeri, e li riempiamo di premietti. Decidiamo noi quando possono uscire e dove, quando giocare, incontrare altri cani e gestiamo anche la loro riproduzione. Il loro branco è la famiglia adottiva. E quindi chi dovrebbero dominare? Noi? Se accade, e il cane vi monta le gambe o vi ringhia, avete un bel problema con il cane, che non si risolve diventando il capobranco e vessandolo con taser e collari a strozzo, come chi sussurra ai cani vuole farvi credere, ma accreditandosi con lui come affidabili. Diventando autorevoli. Rivolgetevi a un istruttore cinofilo.
Il più delle volte, la cosiddetta “dominanza” è un sintomo di disagio cognitivo.
Spesso i cani si portano fuori casa, nelle relazioni con gli estranei, lo status che gli viene dato in casa, il più delle volte involontariamente, per mancanza di competenze educative.
Ci sono poi cani che hanno scoperto che un atteggiamento aggressivo e di controllo mette in soggezione gli altri cani e lo strumentalizzano per costruirsi una reputazione sociale. Ma del leader non hanno nulla. Sono cani insicuri, che pur essendo stati socializzati non sanno comportarsi adeguatamente nelle varie situazioni, per carenza di pratiche educative.
O semplicemente sono cani stronzi. Esistono anche quelli, i cani sono individui come noi.
Ci sono poi cani conflittuali, in cerca di affermazione, che per abbassare il peso che la competizione con il mondo gli procura, tentano in tutti i modi di sottometterlo o di prenderne possesso. È un comportamento tipico degli adolescenti e di alcune razze, in genere maschi, soprattutto se il proprietario non è stato in grado di impostare corretta educazione e accreditamento in preadolescenza. Reagiscono per primi in modo pesante nelle situazioni di tensione, spingono col posteriore, mettono le zampe addosso, montano e stringono, fiutano con insistenza le aree genitali, cercano di prendere possesso di oggetti e spazi, provocano e si impongono fisicamente, marcano pesantemente. Talvolta assumono un comportamento competitivo, basato su continue prove di forza. Ma non c’è mai la sicurezza dell’assertività, non c’è calma, c’è solo azione e impulsività.
Ecco il ritratto del cosiddetto “cane dominante”. Spesso un cane che ha bisogno di aiuto.
Si tratta di un cane che ha un disagio che va curato. La “dominanza” è quindi un problema comportamentale che deriva da una relazione con il nostro cane impostata male. Se avete un cane così, il consiglio è quello di non andare fieri di avere un cane dominante, come vi suggerisce qualcuno su youtube, ma di rivolgervi il prima possibile a un bravo istruttore cinofilo di approccio CZ.