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Siamo sicuri che al cane facciano bene solo le passeggiate nel verde?

Premesso che le passeggiate nel verde ai cani fanno bene eccome, siamo sicuri che le passeggiate in città facciano davvero male? Dipende.

Perlustrare, prendere odori e annusare marcature è un toccasana, soprattutto se i cani sono agitati, inquieti, hanno difficoltà a controllarsi o gli fate rincorrere troppe palline (moderazione con quelle, con certe razze il rischio di fissità cognitiva è dietro l’angolo).

Detto questo, per capire meglio cosa rappresenta per il cane la passeggiata, bisogna anche fare un ragionamento su quello che sono i cani. Come sapete i cani sono animali sociali, questo significa che hanno bisogno di relazioni sociali e di far parte di un “branco” e di definire un proprio territorio.

Questo territorio nella mente del cane è suddiviso in aree che, come cerchi concentrici, si allargano e definiscono le dinamiche sociali: ovvero come si sta e cosa si fa o non si fa in ognuna di esse.

Queste aree variano di dimensione in relazione alle rappresentazioni che il cane si fa degli spazi in cui vive, a causa di abitudini, possibilità, spazi disponibili, emozioni, motivazioni individuali e di razza, ecc… Le dinamiche sociali sono caratterizzate da espressioni comportamentali guidate dalle rappresentazioni.

Le rappresentazioni mentali definiscono infatti il modo in cui ci comportiamo: sono mappe, significati, regole, che possono assumere valenza positiva o negativa a seconda delle emozioni provate nel fare un’esperienza.

Quando parliamo di pet però, dei nostri cani di casa, è importante capire che non si tratta di cani che vivono allo stato libero, cani di villaggio o cani selvatici, e che sebbene nel loro DNA gli schemi sociali siano i medesimi, le possibilità che la vita in cattività offre loro sono di gran lunga inferiori. L’autonomia e la capacità di far fronte ai bisogni primari (cibo, acqua, riproduzione, sicurezza) sono tutte demandate a noi. L’unica cosa che resta loro è la socialità. Vogliamo privarli anche di quella?

Nella mente del cane dinamiche sociali e territorio sono due cose legate a doppio filo. Vediamo come sono strutturate

  • La prima area, la più ristretta è detta zona intima , potremmo vederla come la sua cuccia, le zone di relax di cui dispone in casa, che condivide solo con il partner, se ce l’ha, e con i membri del gruppo affiliativo: voi.
  • L’area immediatamente intorno è detta zona individuale, può essere la casa stessa ma a seconda di come viene gestito il cane e degli spazi che ha a disposizione, può allargarsi al giardino o al cortile. Qui il cane esercita in genere il controllo e la protezione del territorio: se è la casa avviserà abbaiando che arriva qualcuno, se è il giardino o il cortile farà lo stesso ma magari, potendolo vedere, passerà a un modale più aggressivo per allontanare lo sconosciuto. Attenzione a lasciare i cani sempre soli in giardino, senza risorse, un posto al chiuso e acqua. Non lamentatevi se poi li vedete rincorrersi la coda e non sapete perché.
  • Vi è poi un’area detta zona sociale, immediatamente esterna alla precedente, nella quale il cane intrattiene relazioni sociali con gli altri cani e le persone che incontra ma può anche entrarvi in conflitto. Quest’area è idealmente la sua home range: il suo quartiere, i giardini, l’area cani, i luoghi che è solito frequentare in un raggio di 500 metri circa da casa. Fin da quando è cucciolo è bene portare il cane a visitare tutto il quartiere dove si abita, o la zona immediatamente adiacente alla casa, perché attiva una importantissima parte delle rappresentazioni: la mappatura. Il cane è un animale territoriale e ha bisogno di mappare il territorio della propria home range. Un cane che non conosce bene la propria home range è un cane che non ha sicurezze, che finisce poi per diventare territoriale a sproposito, dove non è necessario esserlo. Il cane marca quest’area con orina e deiezioni nelle quali mette informazioni su chi è, qual è la sua età, il suo sesso, il suo stato riproduttivo e quello psico-fisico: malattie ed emozioni che vive in quel momento. Lascia così informazioni alla popolazione di cani della sua home range e prende informazioni dai messaggi lasciati dagli altri. La sua passeggiata urbana è come la nostra lettura quotidiana delle notizie. Escludere il cane dall’informazione sociale non permettendogli di marcare o di annusare le marcature degli altri è una gravissima forma di maltrattamento che porta a problemi psichici che poi trovano sfogo in espressioni comportamentali di disagio anche gravi.
  • Al di fuori di quest’area sta la Terra di Nessuno, la zona pubblica. In quest’area le interazioni sociali sono ridotte al minimo indispensabile, l’attenzione si alza sia per cogliere nuove opportunità sia eventuali antagonisti o problemi, si possono lasciare informazioni, ma difficilmente il cane va oltre la comunicazione indiretta delle marcature, se non fortemente motivato, emozionato o invitato all’interazione. È un’area da scoprire, sconosciuta, che attiva le motivazioni perlustrativa, esplorativa, di ricerca, ma attiva anche l’attenzione e la concentrazione del cane che ha bisogno di farsene delle rappresentazioni. Per questo sia che il cane si muova in zone verdi sia che si avventuri in un contesto urbano, è molto utile portarcelo di tanto in tanto, a scoprire cose nuove, perché questa attività favorisce la calma, gli autocontrolli, la flessibilità mentale e la riflessività. Il cane che vive solo la sua home range ha poche possibilità di fare nuove esperienze e di conseguenza di acquisire nuove competenze. Portare il cane in posti nuovi e sconosciuti, fin dalla preadolescenza, vale a dire dopo il quarto mese di età, attiva le funzioni logiche (discriminare, distinguere, categorizzare, generalizzare, unire, separare, correlare…) e le metacomponenti cognitive della mente (memoria, attenzione, concentrazione, autocontrollo, la capacità di affrontare l’apprendimento, la capacità di seguire un percorso mentale di soluzione dei problemi).

Attenzione però al tipo di rappresentazioni che il cane si può fare in un posto nuovo e sconosciuto, in zona pubblica cioè. Se lo portate al centro commerciale o al mercato rionale, in mezzo alla folla vociferante e agitata, il cane non si farà rappresentazioni positive, vivrà solo ansia e non imparerà nulla. A meno che non sia il cane dell’ortolano della bancarella che da quando è nato sta nei mercati, la marcatura emozionale e la conseguente rappresentazione che si farà di quel nuovo posto sarà negativissima. Se lo portate in un parco lontano da casa e incontra un altro cane che lo invita a giocare e decidono di svagarsi insieme e conoscersi, questa è una rappresentazione positiva di quel posto. Se durante la passeggiata urbana in zona pubblica fra marciapiedi, pali, bidoni e odori nuovi vi fermate ai tavolini all’aperto di un bar a riposare e incontra sconosciuti con i quali relazionarsi positivamente (persone o cani), è una bella esperienza che si porta a casa. Se però è un cane che proviene da zone rurali e manifesta paura per l’ambiente nuovo, avrà bisogno di abituazione graduale. Fate attenzione ad esporlo immediatamente alla zona pubblica urbana. Arrivateci un po’ a gradi, allargando di un po’ ogni giorno i confini delle vostre passeggiate senza grossi sbalzi, dalla zona intima a quella pubblica, mantenendo sempre un atteggiamento sicuro e positivo, senza forzarlo mai, invitandolo piuttosto alla scoperta, tutelandolo dalle zone rumorose o troppo pregne di odori e traffico, altrimenti farete crescere il suo problema. E se il problema persiste, io resto qua, a vostra disposizione.

Due piccoli consigli:

Durante la passeggiata urbana vi consiglierei di utilizzare un bel guinzaglio fisso (non il flexi) lungo almeno tre metri, del tipo con due moschettoni, che all’occorrenza può essere raddoppiato e portato al metro e mezzo regolamentare in città; nel verde, se non è possibile lasciarlo libero o avete ancora paura a sguinzagliare il cane, usate una bella longhina di 10/15 metri.

Concludendo, con le dovute attenzioni alle esperienze che facciamo fare al nostro cane e tenendo conto di chi è, la risposta alla domanda del titolo potete darvela anche voi.

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